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Fotografare la Luna con la Reflex ai tempi del digitale

31/03/2018
Luna piena


“Una solitudine pura e una pace profonda. Le cose migliori che la Luna possa offrire agli uomini”.
(Haruki Murakami)

Fotografare la Luna può essere affascinante per i risultati che si possono ottenere anche con attrezzature non iper-specialistiche. Può inoltre costituire, soprattutto per i fotografi alle prime armi, un ottimo esercizio per migliorare la propria tecnica fotografica in considerazione dei “problemi fotografici” che si devono affrontare e risolvere per riuscire a fotografarla decentemente.

La Luna è infatti un soggetto che è in movimento, è molto lontano (conseguentemente piccolo ad occhio nudo) ed è particolarmente luminoso (oltre ad essere inserito, di notte, in uno sfondo quasi completamente nero).

Un “mix esplosivo” dal punto di vista fotografico che spesso porta i fotografi meno esperti ad ottenere foto mosse/sfocate, con una Luna piccolissima formata da un disco di pixel quasi completamente bianchi (“bruciati” come si dice in gergo, con i particolari della superficie lunare completamente illeggibili).

Basta però qualche piccola accortezza (e consapevolezza della propria attrezzatura fotografica) per ovviare a queste criticità ottenendo foto apprezzabili.

Rilevano in particolare:
• l’attrezzatura fotografica utilizzata (corpo macchina e, soprattutto, obiettivo);
• le impostazioni di base della macchina fotografica definite dal fotografo (o dalla macchina fotografica in automatico se il fotografo demanda ad essa le relative scelte) in riferimento in particolare alle modalità di messa a fuoco e di esposizione.

Per stare sul semplice

Se si vuole stare sul semplice si può lasciar fare tutto alla macchina fotografica e ai suoi automatismi sia per la messa a fuoco che per l’esposizione. Se tutto va bene la messa a fuoco automatica funziona e non ci sono problemi, altrimenti si mette a fuoco manualmente. Anche per l’esposizione si può lasciare fare alla macchina (ottenendo però nella maggior parte dei casi una prima foto pesantemente sovraesposta) per poi compensare manualmente l’esposizione (riducendola agendo sul pulsantino che riporta il simbolo “+/-“) fino ad ottenere la foto desiderata. “As simple as pie” direbbero gli inglesi… in realtà fotografare la Luna è un po’ più complesso e farlo sapendo cosa si sta facendo può aiutare a migliorare la conoscenza dell’attrezzatura e delle tecniche fotografiche oltre che regalare emozionanti foto del nostro satellite.

Chi vuole approfondire può continuare a leggere… per gli altri: buona Luna!

Luna-piena-attraverso-nuvole



Attrezzatura fotografica: obiettivi e moltiplicatori di focale

Per quanto riguarda l’attrezzatura fotografica, l’obiettivo è il principale fattore condizionante per foto d’impatto della Luna. Per chi ha un corpo macchina con sensore full-frame, un (costoso) 600 mm potrebbe essere ottimale ma già un 300 mm, magari montato su un sensore APSC che lo “trasformerebbe” in un 450 mm, può dare grandi soddisfazioni, soprattutto se il sensore della macchina ha un numero di pixel tali da consentire in post produzione un significativo crop della foto scattata. Altrimenti si può optare per una foto “ambientata” della Luna con un paesaggio di cui la Luna non sia necessariamente il soggetto principale ma un puntino (più o meno grande) presente da qualche parte all’interno di una inquadratura più articolata.

Se si vuole fotografare la Luna come unico soggetto dell’immagine “potenziando” le ottiche che già si posseggono, si possono utilizzare anche dei moltiplicatori di focale (ci sono, per esempio, degli ottimi 2x) in grado di “trasformare” un 200 mm in un 400 mm (seppur ovviamente meno luminoso dell’originale 200 mm e con un qualche decadimento della qualità ottica complessiva dell’obiettivo complessivo così “potenziato”), a sua volta ulteriormente “convertibile” in un 600 mm se montato su un corpo macchina con sensore APSC anziché full-frame.
C’è poi tutta l’affascinante nicchia delle foto ottenute con teleobiettivi significativi in cui si inquadra oltre alla Luna anche un soggetto molto lontano (es. un alto palazzo ripreso a Km di distanza) in cui l’effetto di ingrandimento del tele associato alla distanza dal soggetto consente di ottenere degli scatti “originali” in cui il disco lunare appare enorme rispetto al soggetto.


Impostazioni base della macchina fotografica: triangolo dell’esposizione

Per quanto riguarda le impostazioni del “triangolo dell’esposizione”, un obiettivo particolarmente luminoso e di qualità può aiutare a poter scattare con diaframma aperto (ma è inutile tenerlo troppo aperto per le ragioni che riporto più avanti) e con tempi ed ISO relativamente contenuti. Altrimenti si può optare per ISO più elevati (che possono tuttavia ben presto deteriorare la qualità dell’immagine) o tempi di esposizione più lunghi che tengano però conto del fatto che la Luna si muove piuttosto velocemente e tempi troppo lunghi potrebbero provocare il mosso del soggetto ritratto. Come spesso accade in Fotografia è necessario da parte del fotografo il raggiungimento di un “compromesso” (o, a volte, di una decisa scelta di campo “estrema”) tra varie opzioni tecniche teoricamente possibili che presentano tuttavia ciascuna i suoi pro e i suoi contro. Nella fotografia della Luna a questo riguardo ci si può sbizzarrire tra tempi, ISO e diaframmi:
• scelgo tempi più lunghi? Ci guadagno in termini di apertura del diaframma e di bassi ISO ma rischio il mosso del soggetto ritratto (la Luna si muove…);
• scelgo ISO più alti? Ci guadagno, per esempio, in termini di tempi di esposizione più brevi ma peggiora la qualità dell’immagine per l’aumento del “rumore” del sensore;
• scelgo una apertura più ampia? Ci guadagno in termini di tempi ed ISO ma se troppo aperta la qualità ottica dell’obiettivo si riduce, così come la profondità di campo (sì, ma tanto la Luna è di fatto disposta su un unico piano… sì, se riesci a metterlo a fuoco bene… e se non hai un altro soggetto più vicino da ritrarre insieme alla Luna);
• e così via…

Per fortuna un grande aiuto ce lo fornisce la Luna stessa. La Luna è molto luminosa: molto più luminosa di quanto normalmente ci si attenda. Non sono pertanto necessari gli accorgimenti tecnici più spinti richiesti dalle fotografie di paesaggio in notturno (ovviamente se si fotografa solo la Luna, non contestualizzata in un più ampio paesaggio notturno che potrebbe richiedere le tecniche specifiche di questo genere fotografico). Ma attenzione: la Luna ci dà un aiuto con la sua luminosità ma contemporaneamente “ci inganna”. O, meglio, può ingannare l’esposimetro della nostra macchina fotografica. Se nella nostra inquadratura la Luna rappresenta solo un piccolo puntino luminoso immerso in un grande sfondo molto scuro, allora l’esposimetro lasciato nelle modalità di funzionamento di default della macchina (es. “Matrix” in Nikon e “Valutativa” in Canon) porterà quasi inevitabilmente ad una sovraesposizione della Luna (per chi ricorda tutti i discorsi sulle modalità di funzionamento dell’esposimetro a luce riflessa della macchina fotografica e sul controllo dell’esposizione con l’utilizzo del “cartoncino grigio medio” o con l’utilizzo di un esposimetro esterno a luce incidente?... beh, ma poi chi ci va sulla Luna a tenere in mano il cartoncino grigio medio per controllare l’esposizione? ?? ). Se si vuole lasciare all’esposimetro della macchina la valutazione della scena, allora decisamente meglio impostarlo in misurazione “spot” andando a restringere l’angolo di misurazione il più possibile proprio sulla Luna (per inciso, è facile notare anche ad occhio nudo che la Luna non è uniforme in termini di luminosità ma ha zone più chiare e zone più scure (es: per esempio la raggiera chiara del cratere Tycho rispetto al Mare della Tranquillità). Se proprio vogliamo essere pignoli una rilevazione spot su una zona o sull’altra porterà a risultati parzialmente diversi, ma niente a che vedere con il madornale errore di esposizione che faremmo se puntassimo l’angolo di riferimento della misurazione spot sul nero profondo del cielo.

Scattare in RAW anziché in JPG ovviamente aiuta in caso di necessità di sistemazione in post-produzione. In alternativa possiamo essere noi ad impostare dei parametri di esposizione che già tengano conto dell’esperienza pregressa di foto della Luna.

Un set iniziale di valori utilizzabili potrebbe essere, per esempio: ISO 400; diaframma f 8; tempo 1/125 di secondo.

In termini di triangolo dell’esposizione non c’è una ricetta già pronta ma dipende dalle condizioni atmosferiche (es. limpidezza dell’aria, luminosità della Luna) e dalle preferenze del fotografo. Il fotografo può optare per un approccio valutativo ex-ante oppure per un approccio pragmatico prova-errore (o una combinazione dei due approcci). Se opta per l’approccio prova-errore può (i) iniziare a fare un primo scatto partendo da un set di valori iniziali reputati plausibili (per esempio quelli proposti poco sopra vanno benissimo), (ii) guardare sullo schermo della Reflex la foto scattata (valutando eventualmente anche con l’ausilio degli istogrammi dei tre canali RGB il risultato ottenuto), (iii) variare i parametri in modo da sottoesporre o sovraesporre rispetto allo scatto iniziale in funzione del risultato desiderato, (iv) ripartire dal punto (ii) e ripetere a piacere il percorso fino a quando non si è soddisfatti del risultato ottenuto.

Gestione del mosso

Il “mosso” può essere dato dal movimento della Luna nel cielo se si scelgono tempi di esposizione troppo lunghi. In meno di dieci minuti la Luna si sposta in maniera piuttosto visibile nel cielo anche ad occhio nudo: se si utilizza un teleobiettivo anche tempi di esposizione sotto il secondo possono già evidenziare il mosso. Il “mosso” può però anche dipendere dal “micro mosso” originato dal movimento delle mani del fotografo e dalle vibrazioni della macchina fotografica. Un cavalletto, possibilmente stabile e di buona qualità, può aiutare nella composizione dell’immagine a ridurre il micro-mosso che facilmente si potrebbe presentare se la fotocamera fosse tenuta in mano con tempi di esposizione non particolarmente rapidi.

Sempre per ridurre al minimo eventuali vibrazioni indesiderate si può anche optare per scattare la foto senza toccare la macchina fotografica utilizzando un cavetto di scatto remoto o un telecomando (se non si ha né l’uno né l’altro si può utilizzare l’autoscatto impostandolo con un ritardo di alcuni secondi per dare il tempo alla macchina di “stabilizzarsi” dopo aver premuto il pulsante di scatto). Ricordarsi infine, se la macchina fotografica è montata su cavalletto, di disattivare eventuali meccanismi automatici di stabilizzazione dell’ottica o del sensore per evitare che, in assenza di vibrazioni date dalla macchina tenuta in mano (visto che stiamo ipotizzando di averla montata su cavalletto), siano proprio sistemi di stabilizzazione “inutili” (perché la macchina non è in mano) a creare vibrazioni e movimenti indesiderati. Per chi ha una Reflex, anche ricordarsi di alzare preventivamente lo specchio può ulteriormente aiutare a ridurre le vibrazioni della macchina. Per chi invece ha una mirrorless questo ultimo problema ovviamente non si pone.

Messa a fuoco

La messa a fuoco automatica può presentare qualche difficoltà soprattutto se non si dispone di un potente teleobiettivo che permetta di puntare senza esitazione sulla Luna. Se si verificano problematiche di messa a fuoco automatica (e si sente l’inquietante suono del motore dell’autofocus che fa spostare avanti e indietro le lenti senza mai riuscire a trovare il punto di messa a fuoco…) si può optare per una messa a fuoco tramite il live-view che permette di ingrandire a piacimento la scena inquadrata. Se del caso si può anche optare per la messa a fuoco manuale (con punto di regolazione vicino all’infinito data la distanza di più di 360.000 Km tra la Terra e la Luna!).

La Luna aspetta ma non per sempre…

Sì, è vero, se si fotografa la Luna come unico soggetto (né inserita in un paesaggio né con condizioni atmosferiche particolari) la foto che si otterrà, seppur bella, sarà inevitabilmente uguale a centomila altre. L’emozione di avere inquadrato la Luna stando all’aperto con il naso all’insù può però già essere grande. Riuscire a ottenere la prima foto decente dopo anni di “dischi bianchi” è invece semplicemente impagabile. E in più può essere un ottimo “esercizio fotografico” per i principianti.

Ma affrettatevi: dicono che la Luna si allontani dalla Terra ogni anno di quasi 4 cm… se aspettate troppo non ci sarà più !?!

Buone foto e buona Luna a tutti!

Gianpaolo


Luna biglia sulle nuvole