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Perchè e come

01/01/2015
Perché e come

By Gianpaolo [(c) 2015]

Fotografia quale desiderio di eternità e di partecipazione alla Creazione. Cercando di interpretare e sviluppare la bellezza di un soggetto fissandolo “per sempre”, selezionandone spesso una visuale semplificata - a volte idealizzata - che diventa essa stessa Creatura, Bellezza da condividere.

Desiderio di creare “qualcosa” di autonomamente bello partendo dall’osservazione di una bellezza “reale”. Qualcosa che non nasca dal nulla ma da una realtà che è esistente nella sua complessa e fragile bellezza già prima ed indipendentemente dal mezzo fotografico.

Qualcosa di separato e autonomo dagli inevitabili limiti spaziali e temporali della bellezza del soggetto di origine, ma comunque ad esso strettamente collegato. Qualcosa di molto più “semplice” della complessa realtà originante, qualcosa che nasce da un processo sottrattivo più che additivo (a differenza di quanto avviene per esempio nella pittura).

Desiderio non solo di vedere, vivere e condividere questa nuova “creatura” con altri ma anche, per la Fotografia di Ritratto, di presentarla allo stesso “soggetto originante” affinché possa specchiarsi e riscoprirsi nella fotografia. Ritrovando, forse anche molti anni più tardi dell’attimo dello scatto, un frammento di una fase della sua originaria bellezza. Per la Fotografia di Paesaggio, oltre a questa presentazione ideale al soggetto originante (quasi un tribute alla sua bellezza) la volontà di contribuire a preservare tale bellezza chiedendo una limitazione dell'intervento umano che a volte la danneggerebbe.

Desiderio ci creare “qualcosa” che si può ottenere imponendo un ordine alla realtà attraverso una serie di scelte soggettive e arbitrarie. Una serie di scelte, più o meno consapevoli, che riguardano anzitutto che cosa guardare, il punto di osservazione, l’inquadratura e il tempo dello scatto. Quest ultimo inteso non solo come il “quando scattare” ma anche per quanto tempo si vuole che l’otturatore sia lasciato aperto facendo “catturare” al materiale sensibile il trascorrere del tempo.

Ma non solo. Una serie di scelte relative anche a molti altri elementi espressivi tra cui la scelta di uno spazio colore, la scelta di una gamma dinamica, la scelta di un piano di messa a fuoco, la scelta di una profondità di campo.

E alla fine di questo processo, ecco la Foto! Quasi un legame tra il soggetto (il fotografo) e l’oggetto/(soggetto) fotografato. Fotografia che comunque rimane ancora “altro” da noi. Altro perlomeno tanto quanto lo era l’”oggetto” originante.

E allora ancora “desiderio”, ancora “de- sidus”: ancora distanza tra la “stella” (l’oggetto del desiderio), e il soggetto (colui che guarda la foto, ormai non più necessariamente il fotografo stesso). Con il moto dell’animo che può forse ancora in qualche modo legare fotografia, fotografo, oggetto fotografato e spettatore: con desiderio e a volte con nostalgia.

Milano, primo gennaio 2015